Gli striscioni, a decine: «Senza di te la II A è vuota». I compagni della squadra di calcio: «Cosa dobbiamo fare per rivedervi?». I cori: «Resistete!». E gli applausi, scroscianti. Basiglio si raduna in piazza. Con un sit-in che mai nessuno aveva visto da queste parti. Mamme, papà e bambini a chiedere che i due fratellini — quelli del disegno osé — tornino a casa.
Giorgia e Giovanni sono in comunità da 54 giorni. Eppure tanti elementi inducono a pensare che i due bimbi, 9 e 13 anni, non c'entrino nulla con questa storia. L'ultimo è arrivato ieri: anche per il consulente del Tribunale dei Minori la vignetta da cui è nato il «caso Basiglio» non è stato fatta dalla piccola Giorgia. Un tassello in più che proverrebbe l'«innocenza» dei due fratelli. Lo riferisce Antonello Martinez, legale della famiglia, riportando le parole che il grafologo nominato dal giudice ha riferito al consulente della famiglia dopo l'incontro di ieri, con le due esperte a studiare la «mano» della bimba. «Per quel che mi riguarda — riferisce l'esperta di parte — Giorgia non è autrice né dei disegni (sono 7 quelli esaminati) né della scritta hard. Non ho trovato nessun elemento che dimostri il contrario e non credo che neanche la collega lo farà».
Nuove tappe per la storia che sta tenendo Basiglio con il fiato sospeso. Ieri mattina il Tribunale per i minorenni ha conferito l'incarico allo psicologo. Anche la famiglia ne ha nominato uno. «Mi pare che il giudice stia dando una accelerazione - continua l'avvocato - e confido che la vicenda si risolva al più presto. Comunque stiamo predisponendo una denuncia contro ignoti affinché la magistratura faccia chiarezza su fatti accaduti che definire inquietanti è limitativo». Una battaglia durissima. Accuse, testimonianze choc, mamme segnalate alla polizia perché appendevano volantini (per invitare al sit- in).
E la manifestazione di ieri sera: gioiosa, rumorosa, carica di affetto. Con le donne di Basiglio pronte a firmare una petizione per chiedere alla preside «che Giovanni non perda l'anno scolastico». Con gli abbracci ai genitori dei due bimbi per dire «dai, ancora un po' di pazienza». Con i canti dei più piccoli pronti a gridare «I bimbi vanno ascoltati e non traumatizzati» e «Liberateci dagli incubi degli adulti». Gli assenti: il sindaco, Marco Cirillo, le maestre, il parroco. Battere di mani e voci sempre più forti. Fino alle 21 in punto, quando i carabinieri avvertono i manifestanti: «Dovete lasciare la piazza. Avevate a disposizione un'ora sola di protesta».
da Corriere della Sera
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