Circolo PD Basiglio

sabato 3 maggio 2008

Non solo la sicurezza. Il Pd deve giocare la carta della competitività. (Cronaca del primo giorno di Emanuele Fiano)

Il Senatur incede, col suo passo non più fermo, nel cortile di Montecitorio. Intorno, come di consueto, molto verde di fazzoletti e cravatte. Lo sento tuonare che o si fanno le riforme o si muore; ergo terrà il Cav. sulla corda per 5 anni, come nel 94.Noto rilassatezza nelle ronde verdi di Montecitorio, si sentono vincitori e lo sono, un Deputato Padano, corrispondente di Affaritaliani.it, ha ipotizzato nei giorni scorsi che gli arancini della Bouvette siano gentilmente offerti dai contribuenti e quindi gratuiti per i rappresentanti del popolo, ma il “Federalismo degli Arancini”, per cui mangi a Roma e pagano a Milano, non l’hanno ancora inventato; a Roma e a Montecitorio ti fanno pagare tutto e soprattutto i leghisti dovrebbero sapere che hanno un pubblico esigente e che fa pagare un prezzo alto a chi tradisce le promesse. Bossi lo evoca spesso, questo suo elettorato esigente, traducendo una pressione politica in fucili belli caldi. Solo Napolitano si scandalizza, ormai non si scandalizza più nessun’altro. Anche quando parla Fini nessuno scandalo; alto, abbronzato da sembrare il gemello di Bruno Vespa, tono della voce impostato sul quirinalese, corretto ed elegante, il pupillo di Almirante, entra nell'abito superpartes con fare esperto. Nelle sue parole, il 25 Aprile diventa festa della libertà e non più della Liberazione ( cambieranno anche il titolo del quotidiano di Rifondazione ?), il pericolo per l'Italia non viene più dai totalitarismi ma dal relativismo culturale, il dopoguerra è finito. Siamo entrati nell'Afascismo baby; quella roba li, partigiani, bellaciao, camerata Kesserling, Villa Tasso, bandiere rosse, è roba da museo, neanche da libri di scuola se seguono dell'Utri; i saluti romani al campidoglio scenografia ininfluente. Li vedremo all'opera gli afascisti, si misureranno su sicurezza, tasse e immigrazione, che sembrano ormai le uniche cose che contino nella testa della maggioranza degli italiani. Per carità, problemi seri e veri, si intenda bene. Io, da parte mia, non mi sgomento, non credo affatto che basti occuparsi solo di questo per fare dell'Italia un buon paese. Il momento migliore che io ricordi del governo precedente è stato il luglio 2006, le prime liberalizzazioni. Ci penso in questi giorni, sul perchè piacemmo allora e dove possiamo noi agire per riprendere in mano l’agenda politica, senza ingaggiare una perdente gara a chi urla di più sui temi che sono diventati patrimonio dell’altra parte. Noi dobbiamo di nuovo concentrarci sul tema di come liberare il paese dal giogo dei privilegi. della gerontocrazia, del parente importante, della assenza di sana competizione per il miglior servizio possibile; renderlo più leggero, più competitivo nell’interesse del consumatore, incontrare il desiderio degli italiani di liberarsi del peso delle banche, degli ordini professionali, dei monopoli, delle congregazioni, delle lobby, dello stato esattore e cattivo gestore di servizi. In quel campo se noi lo volessimo saremmo più forti di loro, meno vincolati e più moderni. Forse questo afascismo che Fini ci propone è quello che vuole la maggioranza degli italiani, un contenitore senza più differenze culturali invalicabili tra le due sponde della politica, non è il mio pensiero, ma il contenitore frutto della teoria dell'appiattimento delle ideologie è pur sempre un contenitore ideologico, e qualunque esso sia, lo abbiamo visto, il contenitore a molti italiani non basta più . Ci chiedono molti particolari sul contenuto. E siamo noi che possiamo riempire di contenuti nuovi e di modernizzazione il progetto di un paese che pare pensare solo a demolire campi rom, e a inventare nuovi dazi x i Cinesi. Un commentatore diceva ieri che per molti anni a venire, quando un italiano dovesse assistere alla violenza di un immigrato su di un italiano, per risolvere il problema cercherà l'aiuto di un leghista o di un militante sicuramente di destra. Solo se dovesse vedere la violenza di un italiano su di un immigrato, forse penserebbe di chiedere aiuto ad uno di sinistra. E' una semplificazione, ma dice qualcosa che nel paese esiste. Su quel piano, su chi sarà più duro, e magari intollerante o razzista con la sicurezza legata all'immigrazione, per noi non c'è partita. E per fortuna. Preferirei invece essere ricordato come quello che permette ad uno studente bravo di far carriera universitaria solo perchè è bravo, e magari di aprire la sua nuova impresa in una settimana, e di vincere un appalto di servizi per un comune solo perchè è l'offerta migliore.
Un caro saluto Emanuele Fiano

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