"Berlusconi, con le sue parole di oggi, cancella il reato di immigrazione clandestina. Dà ragione così a quanto ha detto l'opposizione, e alle altre voci critiche che si erano levate, e contemporaneamente dà torto a quanti nella sua maggioranza si erano intestarditi in questa formulazione". Walter Veltroni commenta così quanto affermato dal presidente del Consiglio che, dopo le dure critiche ricevute, tra gli altri, da Onu e Vaticano, ha annunciato che l'immigrazione clandestina non sarà un reato ma un'aggravante.
Anche il vicesegretario del PD Dario Franceschini è intervenuto sulla questione, ricordando che "noi lo diciamo già da molto, prima delle critiche al provvedimento da parte dell'Onu, del Vaticano e di altre autorevoli istituzioni: il reato di clandestinità rischia d'intasare il nostro sistema giudiziario, di essere inefficace e di suscitare il disappunto degli osservatori internazionali. Noi vediamo con positività un ripensamento sostanziale all'interno della maggioranza. Ma se non è così - avverte - noi siamo pronti a continuare la battaglia".
Anna Finocchiaro osserva che nel Pdl "c'è un momento di sbandamento" sull'intera questione immigrazione. "Si tratta di una questione molto delicata. Noi politici facciamo distinzioni molto sottili e arriviamo a elaborare categorie più o meno sofisticate per inquadrare il fenomeno. Distinguiamo fra clandestini extracomunitari o comunitari, nomadi o meno, ma mai ci chiediamo che cosa filtri di tutto questo nel sentimento comune. Questo sentimento del diverso nell'opinione pubblica rischia di prescindere da tutte queste distinzioni. Per questo bisogna farsi carico del tema della sicurezza, certamente, ma anche dell'anima del Paese".
La condanna di Nazioni Unite e Vaticano: atteggiamenti xenofobi e intolleranti
Stop all’Italia dall’Onu e dal Vaticano. Il controverso reato di clandestinità, inserito nel pacchetto sicurezza presentato dal ministro dell’Interno Roberto Maroni, continua a fare discutere. Ed oltre all’Unione Europea, ai partiti d’opposizione e a gran parte dell’opinione pubblica, questa volta a prendere posizione sono due degli enti transnazionali maggiormente influenti al mondo. Prima il Vaticano, per voce di Monsignor Agostino Marchetto, segretario del Pontificio Consiglio per la Pastorale dei migranti, poi le Nazioni Unite, nella persona dell’Alto commissario per i diritti umani Louise Arbour.
Particolarmente dure le parole di quest’ultima, che condanna la decisione di “rendere reato l'immigrazione illegale”. Intervenendo al Consiglio dell'Onu a Ginevra, l'Alto Commissario ha invitato a respingere, da un lato, “le politiche repressive”, dall'altro “gli atteggiamenti xenofobi e intolleranti” contro immigrazione irregolare e minoranze. “Esempi di queste politiche e atteggiamenti - ha quindi affermato Arbour - sono rappresentati dalla recente decisione del governo italiano di rendere reato l'immigrazione illegale e dai recenti attacchi contro i campi rom a Napoli e Milano”.
Un'altra stoccata era arrivata in precedenza da Monsignor Agostino Marchetto, segretario del Pontificio Consiglio per la Pastorale dei migranti, che ha affermato che gli immigrati clandestini “non dovrebbero essere privati della libertà personale o soggetti a pena detentiva a causa di un'infrazione amministrativa. In una recente intervista - ha aggiunto - auspicavo in Italia, e non solo naturalmente, un equilibrio tra sicurezza e accoglienza. Possiamo ora dilatare questo auspicio introducendo solidarietà, senso umano e giustizia”.
Le critiche rivolte al governo da Nazioni Unite e Vaticano, come già più volte successo fin dall’inizio della legislatura, ha ottenuto il risultato di aver spaccato la maggioranza. A onor del vero, però, questa volta sembra prevalere, purtroppo, la linea dell’intransigenza. E mentre il ministro degli Esteri Franco Frattini, ormai radicato nel ruolo di “estintore” delle polemiche che arroventano il governo Berlusconi, parla di critiche premature, il fronte dei “falchi” di An e della Lega, non pare avere alcuna intenzione di indietreggiare. Il vicepresidente dei deputati del Pdl Italo Bocchino decanta le lodi del reato d’immigrazione clandestina, definendo, con scarsa attenzione per la successione logica dei termini a cui si riferisce, la condizione di clandestinità come “criminogena”.
A confermare la volontà del governo è il ministro per le Politiche comunitarie Andrea Ronchi: “Il reato di immigrazione clandestina c’è e ci sarà. Niente farà fare un passo indietro al governo e l’Italia non potrà mai essere un paese razzista e xenofobo”. Non tutti, dentro la maggioranza, la pensano così. La prima voce fuori dal coro è quella del deputato del Pdl Antonio Mazzocchi, Presidente dei Cristiano Riformisti: “Il reato di clandestinità – dice – è inserito in un Ddl che deve essere discusso e approvato dal Parlamento solo dopo un attento dibattito che veda superate tanto le perplessità dei giuristi della nostra coalizione, quanto i dubbi espressi da personalità come Mons. Agostino Marchetto. Bisogna rispettare il nostro programma elettorale – afferma, in riferimento alle parole di Ronchi – cercando di evitare provvedimenti ciechi e blindati”.
Un invito affinché il governo rifletta bene sul da farsi arriva anche dalle fila del Partito Democratico. A commentare le parole di Onu e Vaticano è la capogruppo PD al Senato Anna Finocchiaro: “Il tema della sicurezza è uno dei temi fondamentali dell'oggi e la garanzia di sicurezza è uno dei fondamenti della convivenza civile in una società moderna. Misure forti e importanti sono assolutamente necessarie e in Parlamento faremo la nostra parte. E’ necessario però fare attenzione a non oltrepassare i limiti di convivenza e di umanità e le parole della Chiesa e delle Nazioni Unite devono servire a tutti da monito". Anche Marina Sereni, vicecapogruppo del PD alla Camera: “Non serve la propaganda per combattere l’immigrazione clandestina, ma misure serie e collaborazione con gli altri Paesi europei. In Parlamento - conclude - contrasteremo il reato di immigrazione clandestina e il governo farebbe bene a riflettere sulle critiche”.
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