Circolo PD Basiglio

venerdì 6 giugno 2008

Fuori la paura

“Mai come oggi il mondo è arroccato dietro posizioni chiuse ed identitarie. La nostra missione deve essere quella di combattere l’egoismo sociale, di rompere il clima di paura, di rigenerare speranza. A partire dalle giovani generazioni”. Con queste parole, il segretario del PD Walter Veltroni è intervenuto a Roma in occasione di un incontro del Governo ombra con le associazioni giovanili. Incontro organizzato e promosso dalla ministra ombra per le Politiche giovanili Pina Picierno.

“Perdonatemi ma il mio intervento non sarà di tipo istituzionale”, ha detto Veltroni rivolgendosi ai tanti giovani accorsi nella splendida cornice della Limonaia di Villa Torlonia. Ed in effetti il segretario del PD si rivolge a loro con un tono e con delle parole, che di istituzionale, nell’accezione più limitante del termine, hanno ben poco. “Viviamo in un’epoca nella quale tutto viene condizionato da un profondo sentimento di paura”. Sentimento diffuso con capillare efficacia e profondità. La politica, gli opinion leader, i media: sembra quasi un complotto.

Veltroni fa degli esempi: “Due giorni fa tutti i media davano la notizia di una fuga di scorie tossiche da una centrale nucleare in Slovenia, senza neppure dare il tempo di fare accertamenti”, e scoprire che in realtà si trattava solo di fughe d’acqua. “Allo stesso modo, l’altro ieri, tutte le edizioni on line dei quotidiani nazionali davano come una delle prime evidenze la notizia che un cittadino italiano aveva stuprato una ragazza marocchina, ben specificando la nazionalità di entrambi”.

E’ questo il circolo vizioso che Veltroni auspica si possa spezzare. Un circuito che entra nelle viscere della gente, anche di molti ragazzi. Un circuito che non consente ad una società di crescere, ma che la richiude dentro se stessa e le sue paure. Paura, è questa la parola che il leader del PD cita più spesso durante suo intervento. Paura del diverso, paura di tutto ciò che si allontana dalla nostra concezione del mondo. Paura del futuro. La condizione che i cittadini italiani si trovano ad affrontare è difficile, non si può fare finta che i problemi non esistono. Ma le “risposte semplificate” ai problemi non servono a nulla.

Oggi, purtroppo, sembra prevalere “un ceto politico e mediatico” che punta a proporre soluzioni “illusorie ed effimere”, che alimenta e sovradimensiona la paura. E che sembra offrire come unica risposta l’arroccamento dietro posizioni identitarie. Da qui l’idealizzazione della parola ‘rom’, “tre lettere per una parola che è diventata una sorta di capro espiatorio”. Ed appunto, le risposte illusorie, come l’introduzione del reato di clandestinità, “un errore del quale i cittadini capiranno ben presto l’inefficacia”.

Per fare uscire la società italiana da questo circolo, occorre innanzi tutto riconsegnarle certezza sociale e speranza nel futuro. “L’unica cosa di cui avere paura è la paura, diceva Roosvelt”. E’ la paura che fa prevalere nella società un senso di conservazione e non di innovazione. E allora serve minare le basi di questo paradigma. Serve lottare contro il precariato che nega un futuro ai nostri giovani, serve fare tornare la scuola al centro delle grandi questioni nazionali, farla diventare un grande laboratorio sociale. Servono spazi per i giovani, dove sviluppare cultura, creatività. “E’ l’idea – dice Veltroni – di una società aperta, che investe per le giovani generazioni”. Una società che apre se stessa davanti alle giovani generazioni, a partire dalla politica e dal Partito Democratico stesso. “Abbiamo bisogno di gente nuova che assuma la guida del nostro partito, di nuove generazioni che diventino protagoniste, senza i difetti delle vecchie generazioni”.

Il tutto rientra in un quadro più generale. Quello che Veltroni chiama “egoismo sociale” e che sembra pervadere tutti i diversi ambiti e livelli della nostra società. “Dobbiamo avere il coraggio di combattere tutto questo. Di restituire certezze e speranze”. Perché, come recita il finale di un film di Sean Penn, citato in conclusione del suo intervento da Walter Veltroni, “la felicità è tale solo se è condivisa”.

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